14.7.07

 

Addio ai Dico, arrivano i Contratti di unione solidale


Coppie di fatto Il ddl presentato dal presidente della commissione Giustizia Salvi. La Cdl:«Inaccettabile» (C. L.)

Cambia il nome, ma cambia soprattutto la sostanza. I vecchi Dico - pensati e subito abbandonati dal governo Prodi - vanno definitivamente in soffitta per essere sostituiti dai Contratti di unione solidale. Il disegno di legge, preparato dal presidente della commissione Giustizia del Senato Cesare Salvi è stato presentato ieri al comitato ristretto della commissione ed è una sintesi delle proposte finora avanzate dai vari schieramenti. Rispetto al testo Bindi-Pollastrini, i Cus offrono maggiori aperture e garanzie alle coppie di fatto, composte anche da persone dello stesso sesso, prevedendo la stesura di un contratto che stabilisce diritti e doveri della coppia e l'istituzione di un registro nazionale delle unioni solidali. Nelle prossime settimane la commissione Giustizia comincerà l'esame del testo, frutto di un lavoro di cesello fatto da Salvi che non ha mancato di raccogliere riconoscimenti tra le file dell'opposizione, anche se il centrodestra si è già detto contrario a ogni ipotesi di quella che ha definito la «famiglia-fai-da-te».

A stipulare i nuovi Cus sarà il giudice di pace, e non più l'anagrafe come prevedevano i Dico, di fronte al quale la coppia si vedrà riconoscere una serie di diritti, come la possibilità di assistere il convivente in ospedale (che invece i Dico subordinavano alla discrezionalità della strutture sanitarie) o l'eredità, seppure con l'obbligo di attendere nove anni dal giorno dell'unione. Se diventeranno legge, i Cus potranno essere sottoscritti da tutti i maggiorenni che non siano sposati o parenti, né condannati per omicidio di un coniuge o un convivente. Per farlo sarà sufficiente una dichiarazione congiunta di fronte al un giudice di pace che provvederà alla trascrizione del contratto in un registro nazionale entro 15 giorni dalla stipula. Volendo la coppia può decidere per la comunione dei beni, purché sia indicato nel contratto. I Cus permettono inoltre di assistere il proprio partner nel caso si trovi in carcere o in ospedale, riconoscendogli gli stessi diritti previsti per un parente di primo grado, ma anche la possibilità - in caso di incapacità di intendere e di volere - di prendere tutte le decisioni riguardanti lo stato di salute, compresa la donazione degli organi. Stessa cosa in caso di trattamento del corpo e funerali, ma solo nel caso non ci siano discendenti diretti maggiorenni. Sempre in caso di morte la casa può restare al partner, che avrà diritto anche all'eredità, ma solo dopo nove anni dalla registrazione dell'unione. La quota spettante sarà pari a un quarto del patrimonio nel caso in cui la persona deceduta abbia parenti di primo grado, la metà se ci sono parenti fino al sesto grado o l'intera somma in tutti gli altri casi. Per quanto riguarda la reversibilità della pensione, invece, come per i Dico anche i Cus rimandano la questione al riordino della materia previdenziale.

«Spero che intorno al testo si formi un ampio consenso parlamentare - ha spiegato Salvi - C'è un testo base, preparato sulla base del ddl presentato dal senatore Biondi, su cui ognuno potrà presentare emendamenti per migliorarlo». «E' molto positivo - ha commentato invece Franco Grillini, deputato della Sd e presidente onorario dell'Arcigay - che si sia riaperta la discussione sui diritti delle coppie di fatto e di quelle dello stesso sesso». Apprezzamenti al testo sono arrivati, oltre che da Biondi (Fi), anche dal segretario della Dc Rotondi. Sperare in un approccio non ideologico dell'opposione alle nuove norme sembra però impossibile. I Cus sono già stati bocciati dal portavoce dei Forum famiglie Savino Pezzotta, che li ha paragonati a un «simil.matrimonio», mentre la Cdl li ha definiti «inaccettabili» come i Dico.

(il manifesto, 13.7.07)

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