4.10.07
Aborto in forte calo tra le italiane?
Relazione al Parlamento del ministro Livia Turco: ''E' sceso del 60% rispetto al 1982, anno in cui si è registrato il più alto ricorso all'Ivg, ma è in crescita tra le straniere''. E avverte: ''Non serve una modifica della legge 194''.
Roma, 4 ott. (Adnkronos Salute) - L'aborto scende tra le italiane ma sale tra le cittadine straniere. E' questo l'aspetto più evidente che emerge dalla Relazione annuale sull'attuazione della legge 194/1978 ('Norme per la tutela sociale della maternità e per l'interruzione volontaria della gravidanza'), che contiene i dati preliminari per l'anno 2006 e i dati definitivi per l'anno 2005. Il rapporto è stato inviato oggi dal ministro della Salute Livia Turco al Parlamento.
I dati relativi al 2006 - come sottolineato nella relazione - con un totale di 130.033 Ivg evidenziano un ulteriore calo del 2,1% rispetto al dato definitivo del 2005 (132.790 casi) e un decremento del 44,6% rispetto al 1982, anno in cui si è registrato il più alto ricorso all'aborto (234.801 casi). Tra le italiane l'aborto è sceso di ben il 60% rispetto al 1982, ma il ricorso all'Ivg è cresciuto tra le cittadine straniere. Sono loro a rappresentare il 29,6% del totale. Il tasso di abortività (numero delle Ivg per 1.000 donne in età feconda tra 15-49 anni), l'indicatore più accurato per una corretta valutazione della tendenza al ricorso all'IVG, nel 2006 è risultato pari a 9,4 per 1.000, con una diminuzione del 2,2% rispetto al 2005 (9,6 per 1.000) e del 45,3% rispetto al 1982 (quando questo indice si attestava sul 17,2 per 1.000).
Negli ultimi dieci anni - sottolinea il ministro nella relazione al Parlamento - si è invece triplicato il numero degli interventi effettuati da donne con cittadinanza estera. Siamo infatti passati da un'incidenza del 10,1% del 1996 al 29,6% del 2005, con una crescita del 66%. Questo fenomeno influisce sull'andamento generale dell'Ivg in Italia, determinando una stabilità nel numero totale degli interventi e nascondendo di fatto la diminuzione presente tra le sole donne italiane. Infatti, se si considerano soltanto le cittadine italiane, i casi di Ivg nel 2005 scendono a 94.095, con una riduzione di ben il 60% rispetto al picco del 1982. Tale riduzione è risultata più rapida nelle donne istruite, nelle occupate e nelle coniugate, a dimostrare l'aumentata capacità e consapevolezza delle donne e delle coppie nell'adozione di metodi per la procreazione responsabile. "Fondamentale a questo scopo - sottolinea il ministero della Salute - il ruolo svolto dai consultori familiari, in linea con quanto previsto dal Progetto Obiettivo materno infantile". Da rilevare infine che la stragrande maggioranza delle Ivg (97,3%) avviene entro i primi 90 giorni, mentre la percentuale di Ivg dopo la ventunesima settimana di gestazione è molto limitata (0,7%).
Etichette: aborto
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Insomma le italiane ora preferiscono ammazzarli dopo nati i figli, affogandoli nelle vasche da bagno, mettendoli in lavatrice o bastonandoli... Tanto per loro hanno inventato la "depressione pst partum", dopo aver inventato il "diritto di disporre del 'proprio' corpo"...
Le straniere sono invece rimaste assassine più "tradizionali", i filgi li uccidono quando sono ancora in grembo...
"Donne e rivoluzione" ihih, che ossimoro! E che blog!
E che ride!!!!
AHAHAHAH!!!
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Le straniere sono invece rimaste assassine più "tradizionali", i filgi li uccidono quando sono ancora in grembo...
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