5.11.07

 

"La donna, merce come un'altra"


L'antropologo francese Marc Augé: «La prostituzione svela il vero volto dell'utilitarismo capitalista. E l'attuale tratta è figlia della globalizzazione economica» (Simone Verde)

«Nella prostituzione si rivela il vero volto dell'utilitarismo capitalista». Così Marc Augé, antropologo francese, autore della formula «non-luogo» che tanto successo ha avuto nel rappresentare e chiarire alcune dinamiche delle società contemporanee.

Interrogato sulle forme di sfruttamento che oggi coinvolgono 500mila vittime in tutt'Europa, oltre 30.000 in Italia, lancia la sua accusa: «Il traffico di schiavi dal terzo mondo è il prodotto delle nostre società. È alimentato da bisogni consustanziali con l'attuale sistema economico in cui tutto, anche gli esseri umani, è ridotto ormai a merce».

Perché dopo anni di diminuzione, nell'ultimo quindicennio il numero di prostitute è aumentato in maniera esponenziale?

Si tratta di uno dei risvolti negativi di una globalizzazione in cui tutto diventa oggetto di commercio. Anche la vita umana. È un fenomeno che avviene in entrambi i sensi: attraverso l'importazione di schiave da vendere sui bordi delle strade, ma anche grazie al turismo sessuale in paesi dove la povertà è così elevata da costringere molti ad alienare il proprio corpo. Un fenomeno che si è sviluppato proprio in concomitanza con l'allargamento delle economie nazionali e dei mercati. La prostituzione come negativo del nostro sistema economico e sociale, quindi?La prostituzione è un fenomeno estremo e proprio per questo permette di riconoscere con più facilità le strutture sociali dominanti. Nel caso dell'Europa di oggi, ci restituisce in maniera particolarmente esplicita e chiara la cultura prettamente utilitarista e commerciale del capitalismo. Una cultura in cui tutto, persino l'esistenza individuale, diventa strumento consumistico di soddisfazione. Una cultura in cui viene teorizzata la libera circolazione delle merci, e che obbliga così le persone che vogliono arrivare in Occidente a trasformarsi in beni di consumo.

Eppure le nostre sono società in cui esiste una relativa libertà sessuale.

È vero, ma l'illusione di un rivolgimento antropologico nutrita negli anni Sessanta era appunto un'illusione. Scomparsa la prospettiva di una completa parità uomo-donna, per esempio, certi modelli ancestrali sono riemersi in tutto il loro radicamento. Ragione per cui molti clienti sostengono di andare a prostitute poiché su di loro possono fare cose che non possono fare più con le mogli. Con la differenza che oggi quelle pulsioni ancestrali assumono caratteristiche tipiche del nostro tempo e si esprimono in rapporti modellati sul sistema in cui viviamo. La cultura consumista, ad esempio, incoraggia la prostituzione, riempiendo il nostro quotidiano di numerosissime immagini erotiche con lo scopo di creare nuovi bisogni, nuove esigenze e nuove fette di mercato.

In un recente studio francese emerge un altissimo tasso di violenza dei clienti sulle prostitute.

Si tratta di un fenomeno molto complesso, in cui entrano in gioco i classici meccanismi di dominazione della natura maschile. Nel caso specifico, il fatto che queste donne non siano prostitute ma vere e proprie schiave, persone che non hanno scelto di svolgere questa attività ma a cui viene imposta con la forza, le rende ancora più attraenti per un certo sadismo che si nutre dell'immagine del bianco dominatore che maltratta la donna, essere più debole e per di più appartenente a popolazioni considerate inferiori. Questo è lo schema, alimentato e diffuso dai mezzi di comunicazione e dalla natura commerciale dell'attuale capitalismo. Ragione per cui oggi le prostitute non sono più esseri umani, ma oggetti di cui servirsi e da buttare via una volta che sono state utilizzate.

Come analizza la diffusione del fenomeno al di fuori dei grandi centri abitati, in campagna e nei centri di provincia?

È un'ulteriore prova di quella globalizzazione che consiste nel piegare il territorio alle esigenze del consumo. Un fenomeno che coincide nella scomparsa sempre più netta della distinzione tra città e campagna. Per rendersene conto basta viaggiare: non esistono ormai più oasi o rotture nello sfruttamento del territorio. Le prostitute-schiave non fanno eccezione, sono disponibili ovunque.

(il manifesto, 3.11.07)

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"La donna libera dall’uomo, tutti e due liberi dal Capitale"

(Camilla Ravera - L’Ordine Nuovo, 1921)

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