10.12.07

 

Lavorare uccide


Io non lavoravo in una acciaieria, ma in una industria ceramica. Ci ho lavorato per 18 anni. Con turni di 6 giorni su 7,10 ore al giorno. 1000 euro al mese. (Disoccupata licenziata, Sassuolo)

Per gli infortuni... un morto decapitato da un muletto, una ragazza con una mano distrutta dalla pistola sparacolla a caldo, un ragazzo con il cranio incastrato in un mulino di macinazione, un uomo con mano maciullata da una pressa, poi, altri ancora, schiacciati, scivolati, intossicati dal piombo... non li ricordo tutti. Ogni tanto veniva l'Inail, per un controllo. Il capo reparto fermava la produzione, per farci pulire, ripristinava le barriere di sicurezza (disattivate... fanno perdere tempo). Gli ispettori ci vedevano con i guanti, i tappi, le scarpe. Sorridevano e andavano via.

La mafia non è solo quella della Calabria, è forte nella mia zona (comprensorio delle ceramiche sassolesi). Io ho descritto quella che era la mia realtà. Il fatto è che non gli frega niente a nessuno. Se ti fai male, per i padroni ed i sindacati, sei un coglione. Se denunci, se fai nomi, te la fanno pagare. Liberi di non credermi e liberi di farvi assumere in una bella industria ceramica. Io, che sono disoccupata, ho il terrore di tornarci.

La situazione, nelle fabbriche, non è spaventosa solo a Torino. C'è la legge 626, ma viene applicata solo quando c'è da dare la colpa a qualche operaio infortunatosi sul posto di lavoro. Dove lavoravo, nessuno è stato mai risarcito dall'Inail. Nemmeno mio suocero, che si è visto portare via un braccio da una cinghia, alla ceramiche Ragno.

Noi operai siamo sporchi, vestiti male, sempre pallidi e stanchi. A chi interessa un "popolo" così? A nessuno. I poveretti, morti a Torino, spero che maledicano chi li ha costretti a finire così e maledicano il nostro Paese, pieno di niente... e quel poco è putrido. Forse Grillo è sincero, non lo sò, lui ha il coraggio e la voglia di dire. Io non ho nè l'uno nè l'altro. Ho solo paura.

(Commento raccolto sul blog di Beppe Grillo, 8/12/2007)

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"La donna libera dall’uomo, tutti e due liberi dal Capitale"

(Camilla Ravera - L’Ordine Nuovo, 1921)

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Sciopero generale, subito!

Stop agli omicidi del profitto! Blocchiamo per un giorno ogni attività. Fermiamo la mano assassina del capitale. Organizziamoci nei posti di lavoro in comitati autonomi operai con funzioni ispettive. Vogliamo uscire di casa... e tornarci!

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