1.3.08

 

Lombardia: «Tuteliamo la vita fin dal concepimento»


La Lombardia vota una norma contro la 194 nascondendola in una legge per i servizi sociali. «Tuteliamo la vita fin dal concepimento» (Giorgio Salvetti)

Milano. Per Formigoni e i suoi fedeli ogni mezzuccio è buono per continuare la campagna di delegittimazione della legge 194. Ieri, a scrutinio segreto, il Pirellone ha approvato un emendamento del consigliere Alessandro Cé che affida ai servizi sociali il compito di tutelare la vita «fin dal suo concepimento». Se fosse seguito alla lettera significherebbe la fine in Lombardia della legge sull'aborto. Di fatto si tratta dell'ennesima mossa propagandistica con qualche preoccupante conseguenza reale. Il provvedimento, infatti, fa parte del progetto di legge regionale sui servizi sociali e socio-sanitari. In questo contesto c'entra come i cavoli a merenda. Gli ospedali e il servizio sanitario sono un'altra cosa e ovviamente per i medici la 194 rimane una legge dello stato che non può essere ostacolata. Ma l'agguato è riuscito.Dopo la possibilità di seppellimento dei feti, la soglia per l'aborto terapeutico a 22 settimane e tre giorni - che recepisce nelle linee guida della Regione la pratica già seguita alla clinica Mangiagalli - la settimana scorsa in Regione si è costituito il Comitato per la moratoria dell'aborto. Giuliano Ferrara in Lombardia neppure deve fare la fatica di presentarsi, perché tanto la sua battaglia anti-abortista ha già un campione che vuole sempre essere all'avanguardia: Roberto Formigoni. E il voto di ieri è solo un'altra trovata del governatore.

«E' una forzatura - ha commentato Mario Agostinelli, capogruppo del Prc al Pirellone - un ulteriore attacco all'autodeterminazione della donna». Per Arturo Squassina (Sd) si tratta di una «barriera ideologica». Per il consigliere del Prc Luciano Muhlbauer «è l'ennesima porcata». Il Prc ha fatto ostruzionismo contro il progetto di legge, ha presentato circa 1.300 emendamenti e 150 ordini del giorno. Su altri punti del progetto di legge la maggioranza ha rinunciato o è scesa a compromessi. Sulla «tutela della vita fin dal concepimento» non ha voluto sentire ragioni. A quel punto la Sinistra Arcobaleno ha potuto solo chiedere che la votazione fosse segreta, e solo così, a conti fatti, ha incassato l'astensione di 4 o 5 consiglieri di maggioranza. L'articolo però è passato.

Più morbida l'opposizione del Pd. Maria Grazia Fabrizio, in quota Margherita, si è limitata a far notare che l'emendamento «non c'entrava con la legge in oggetto». Il suo nuovo partito ha votato contro - un fatto insolito visto che da tempo al Pirellone si limita ad astenersi - ma non ha voluto partecipare all'ostruzionismo. La destra ribalta la frittata: il fatto che l'articolo in oggetto riguardi i servizi sociali e non sanitari diventa una scusa per affermare che «si tratta solo di un modo per rimuovere le cause che possono forzare la scelta dell'interruzione di gravidanza, non c'è contrarietà alla 194».Nella pratica, il voto di ieri non comporta grandi cambiamenti. Si tratta più che altro di una petizione di principio, di una battaglia ideologica nefasta e subdola che mira al boicottaggio con tutti i mezzi della 194. Anche se qualche pessima conseguenza pratica ci sarà. «Si apre ancora più la strada alla legittimazione di quei soggetti - spiega Luciano Muhlbauer - che operano nel sociale, soprattutto privati che usufruiscono di finanziamenti pubblici, i quali fanno pressione psicologica sulle donne e ostacolano il loro diritto alla libertà di scelta. La Regione Lombardia, ancora una volta, si è trasformata da assemblea legislativa a una sorta di tribunale dell'inquisizione».

(il manifesto, 29.2.08)

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