26.2.08

 

Donne a confronto su violenza in famiglia e precarietà


In trecento a Roma per l'incontro di Flat, Femministe e lesbiche ai tavoli. Oggi [domenica 24/2] l'assemblea nazionale all'Università Valdese (Marina Zenobio)

Da Trieste a Palermo, in treno o auto, sono arrivate in più di 300, ieri a Roma, alla Casa internazionale della donna, rispondendo all'invito di Flat - Femministe e lesbiche ai tavoli -, due giorni di analisi e confronto sulla violenza contro le donne, organizzati dalla rete nazionale «Sommosse».

Associazioni e collettivi di femministe e lesbiche si sono divisi i tavoli di discussione, a partire da quello sulla violenza introdotto da «Donne in genere» Roma, «Giurist@ democrati@-rete femminista» e «Quelle che con ci stanno» di Bologna. Un momento di condivisione di pratiche e metodologie di intervento per contrastare la violenza maschile, con particolare riguardo a quella domestica o, per essere più precise, quella che si consuma in famiglia, all'interno di quello che nell'immaginario è considerato il luogo privilegiato dell'amore. E qualcuna ricorda che fino al 1981 da noi esisteva il delitto d'onore. La pausa pranzo è un momento colorato per fare conoscenze. Valentina, 23 anni, fa parte del Collettivo «Malefimmine» di Palermo, segue il tavolo sull'autodeterminazione, legge 40 e attacco alla 194. «Non viviamo slegate dalle contraddizioni della nostra terra, dove la lotta per un aborto assistito libero e gratuito è rivoluzionaria. Da noi la pratica delle obiezioni di coscienza è molto diffusa. Al Santa Sofia l'unico reparto che praticava le interruzioni è stato chiuso per ristrutturazione e mai riaperto. Le donne di Agrigento devono andare in altre città e - denuncia - ad una ginecologa che prescriveva la pillola del giorno dopo qualcuno ha manomesso i freni dell'auto». Da Flat Valentina si aspetta continuità, contenuti forti e grandi campagne che sappiano coinvolgere tutta la penisola, e anche le isole, contro l'attacco alla 194.

In un «non perdiamoci di vista» spera anche Livia, 30 anni, al tavolo su lavoro e precarietà che si chiede che cosa sia il welfare in Italia se non la «famiglia» che andrebbe sì tutelata, ma solo se rientra nella « normalità». A questo tavolo partecipano molte operatrici di call center, tra cui Michela che risponde per l'Alitalia, con contratti a termine rinnovati da 7 anni. Entusiasta del suo tavolo, violenza dell'eterosistema, è Anita, 61 anni, del «Gruppo soggettività lesbica» di Milano. In questa sede ha trovato un luogo di riflessione su femminismo e lesbismo, e ripreso la critica ai movimenti gay e femministi rispetto la loro richiesta di riconoscimento come coppia, quindi come famiglia. «Non mi aspettavo - dice Anita - un livello così alto di discussione e di capacità di interloquire tra generazioni». E' una «Mela di Eva» Stella, romana di 25 anni al tavolo comunicazione. «Bel momento di incontro con altre realtà, le loro esperienze e pratiche, perché ogni territorio calibra il proprio intervento in base alla realtà che ha intorno, uno scambio complessivo da cui non si può prescindere».

Resta virtuale, per ora, il tavolo sul razzismo come nodo da districare, e sul blog di Flat (flat.noblogs.org) si possono leggere i consigli per una femminista (lesbica) bianca e italiana la prima volta che incontra una donna nera, ebrea, immigrata, rifugiata del Terzo Mondo. Critica femminista alle culture patriarcali, con particolare riferimento ad educazione e formazione, al tavolo sul sessismo, che ha dibattuto anche le possibilità di costruzione di una cultura altra. Femminismo e spazio pubblico, introdotto da «Quaderni Viola» e «Collettivo Porta Nuova» di Milano, è il tavolo che si chiede quali siano le possibilità per le donne di occupare efficacemente uno spazio pubblico.

L'evento si concluderà oggi [domenica 24/2] all'Università Valdese, via Pietro Cossa, con un'assemblea nazionale (inizio ore 10), nel corso della quale verranno presentate le relazioni messe appunto ieri dai gruppi di lavoro, per poi lasciare il microfono aperto a tutte le donne che parteciperanno singolarmente.

(il manifesto, 24.2.08)

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(Camilla Ravera - L’Ordine Nuovo, 1921)

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